i sentieri

Il sentiero di riscoperta delle piante

Il primo canale didattico riguarda l'incontro e la conoscenza delle specie vegetali domestiche, semidomestiche e selvatiche proprie del territorio dei Castelli Romani. Anche in questo caso il percorso si propone il duplice intento di collazionare e salvaguardare specie vegetali tradizionali ed endemiche dei Castelli Romani, secondo i principi dell'archeologia arborea e di offrirle al pubblico lungo un percorso coerente con l'habitat tradizionale, con continuo riferimento alle economie di scala, improntate ad un principio di sostenibilità naturale, che per millenni si sono esercitate sul territorio. Tra le specie arboree presenti all'interno del sentiero si segnalano: farnia, carpino, noce, acero; tra le specie arbustive e floreali: vincia (esempio prezioso di endemismo castellano), pungitopo, narciso del poeta, ginestra odorosa, borsolo e i frutti di bosco; tra le specie domestiche eduli: mela rosa e rosa gentile, mela ruzza, mela canina, fagiolo regina di Barbarossa (antica varietà locale a grave rischio di scomparsa), broccolo detto "di Vivaro" (Brassica oleracea var. Vivarensis), cipolla marinese; tra le specie eduli ed aromatiche selvatiche: asparago selvatico, rosmarino selvatico, timo, borragine, finocchiella.
Le attività didattiche proposte lungo questo sentiero sono:
a) Per i più giovani: giochi di riconoscimento delle piante e degli alberi mediante l'analisi del fogliame; fiabe, miti e leggende relative alle piante ed alle loro proprietà magiche; guida alla coltivazione domestica, da giardino o da terrazzo, di alcune specie vegetali eduli.
b) Per gli adulti: riscoperta delle ricette culinarie tradizionali dei Castelli Romani con l'impiego delle specie eduli locali; riscoperta dell'utilizzo delle spezie tradizionali. Una particolare attenzione è inoltre dedicata alla scoperta e conoscenza delle specie fungali del territorio. Quelle eduli: porcino, gambe secche, prugnolo, chiodino, russola, spugnola, cappellaccio ed altre ancora inserite anch'esse nei ricettari tradizionali castellani. Ma anche, a puro titolo di conoscenza storico/antropologica, quelle non commestibili per le quali è accertato l'uso nell'antichità all'interno di complessi mitico/rituali: ovolo primaverile, fungo satano, amanita muscaria ed altre. In sinergia con la Provincia di Roma e l'Ente Parco Regionale dei Castelli Romani, la fattoria didattica può diventare anche luogo di specifica formazione micologica, con l'organizzazione di corsi finalizzati al rilascio del patentino per la raccolta dei funghi a norma di legge ed in maniera pienamente consapevole ed ecosostenibile, con un'offerta formativa addizionale relativa al patrimonio di saperi tradizionali legati alla raccolta ed all'utilizzo dei funghi.


Il sentiero di riscoperta degli animali

Lungo questo percorso si entra in contatto con le specie animali domestiche che hanno giocato un ruolo chiave nelle economie locali agropastorali, quali, ad esempio, l'asino, la capra, il maiale, la gallina ed altre ancora. L'obbiettivo di questo percorso è duplice: in primo luogo quello di ricostruire e conservare una filiera economica tradizionale, legata al connubio uomo/animale, che si trova ad oggettivo rischio di scomparsa dal territorio castellano. In secondo luogo quello di favorire, in particolar modo nei più giovani, la consapevolezza del rapporto strettissimo e vitale che c'è fra specie animali, habitat di riferimento, economie di scala e saperi locali, diversamente dai cosiddetti bioparchi che offrono delle specie animali una visione completamente avulsa dai contesti reali, disinnescandone in tal modo la potenzialità didattica. Accanto alle specie animali domestiche tradizionali, è inoltre possibile entrare in contatto con altri habitat semidomestici, come quelli dello stagno didattico, dai quali si sviluppano ulteriori spunti di scoperta e riflessione sul valore della biodiversità e sulle relazioni tra attività umane agricole, specie animali con funzione di antiparassitario naturale, quali il pipistrello o alcune specie di uccelli e rettili, e altre specie animali, in particolar modo insetti, che hanno funzione di marcatore della qualità ambientale: lucciola, coccinella, grillo, ramarro...
Le attività didattiche proposte lungo questo sentiero sono:
a) Per i più giovani: tra le attività didattiche destinate ai più giovani, con parti-colare riguardo per le gite organizzate in sinergia con gli istituti scolastici elementari e medi, si segnalano giochi di imitazione con forte componente manuale, introduzione all'orienteering, riappropriazione del patrimo-nio orale di fiabe, leggende e filastrocche locali sugli animali e le loro caratteristiche naturali e fantastiche.
b) Per gli adulti: la contiguità del percorso di riscoperta degli animali con l'habitat boschivo naturale consente, inoltre, la possibilità di avvistamento anche di specie selvatiche vicine a questi habitat domestici, quali il cinghiale, lo scoiattolo, la volpe, l'istrice, l'arvicola... Speciale rilievo, inoltre, è dato all'attività di birdwatching, grazie alla grande varietà di specie di uccelli che, in ragione del livello di salvaguardia e tutela offerto dal Parco dei Castelli Romani, dimorano e/o transitano fra i suoi alberi: gheppio, poiana, allocco, gufo, assiolo, civetta, barbagianni, ghiandaia, beccaccia, balestruccio, cornacchia grigia, merlo, upupa, fagiano, gruccione, picchio rosso, picchio muratore, verdone, verzellino, pettirosso e molti altri ancora. Complementare a queste attività di osservazione è l'organizzazione di corsi di fotografia naturalistica.


Il sentiero di riscoperta dei lavori

Al ricchissimo patrimonio di fauna e flora locale, domestica, semidomestica e sel-vatica, ha fatto riferimento, in un passato neanche troppo lontano, una complessa rete di attività lavorative locali, oggi purtroppo in avanzato stato di disfacimento, centrate sul territorio e quindi legate ad una esigenza di sostenibilità che, prima ancora di d iscendere da un concetto di responsabilità ecologica scientificamente elaborato, è disceso dalla necessità materiale di essere e vivere nel territorio in modo possibile eriproducibile. Queste attività lavorative tradizionali portano con sè il segno profondo di un'altra manualità e di un sapere olistico del territorio (siamo, in effetti, di fronte ad una vera e propria etnoscienza ) che vuole essere oggetto del terzo sentiero di riscoperta proposto. Lungo questo sentiero si compie un viaggio nelle professioni e prassi tradizionali dei Castelli Romani: la fabbricazione di utensileria con materiali di recupero (come la tradizionale "mozzetta" ariccina), la realizzazione dei formaggi "poveri", la coltivazione di specie vegetali semidomestiche, il governo della stia e dell'orto, l'apicoltura, l'allevamento non intensivo e a fini non industriali, la tessitura povera tradizionale, la piccola muratura a secco e lignea per la recinzione.
Le attività didattiche proposte lungo questo sentiero sono:
a) Per i più giovani: avvicinamento alle professioni tradizionali del territorio, giochi manuali con materiali naturali di recupero, incontri con artigiani, fiabe e filastrocche legate ai lavori tradizionali ed ai loro ritmi.
b) Per gli adulti: corsi sulla fabbricazione del formaggio, sulla lavorazione artigianale del legno, sul ricamo e la tessitura.

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